Parthenope

Il cinema di Paolo Sorrentino possiede una caratteristica inconfondibile: non si limita a narrare storie, ma scava a fondo nei sentimenti umani. La Grande Bellezza esplorava la nostalgia e la decadenza, Youth la morte, Loro la solitudine, mentre Parthenope si concentra sul desiderio in tutte le sue sfaccettature: amoroso, carnale, intellettuale, persino quello della morte o della felicità. Sorrentino lo fa con una maestria visiva straordinaria, ritraendo una Napoli inedita, lontana dai soliti cliché di degrado o criminalità. La protagonista, bellissima e desiderata, incarna la città stessa, con la sua malinconia e le sue contraddizioni.

Purtroppo, il punto debole di questo film risiede nei dialoghi. Le conversazioni, quando ci sono, sembrano scritte per un social network o per una locandina kitsch, e stonano con la profondità emotiva del resto del film. Sorrentino ci ha abituati a dialoghi memorabili, capaci di lasciare un segno indelebile nello spettatore. In Parthenope, forse troppo focalizzato sull’immagine, la parola sembra passare in secondo piano, perdendo la sua potenza evocativa.

Lasagneria

After the end of WW2, a constant flow of Italians migrated to Belgium. Most of them came to work in the mines near Charleroi, but many settled in Brussels.

This shop is owned by a third generation Belgian. The grand-mother left Italy in the 50s, established a pasta place in Anderlecht and open this shop a couple of decades later. The only thing left from that period is the giant sign.

The picture below is a second take. Another one is in the gallery under “night shops”. I know, technically it is not a night shop.Whatever.

Lasagneria - Uccle